Тorino - Con l’archetto e lo Stradivari che vale qualche milione di euro, incanta il pubblico di Torino quanto quello di Londra, di Parigi o d’oltreoceano. Look inconfondibile. Stile rockettaro poco avvezzo ai sacri templi della grande musica. Anelli, pesante croce al collo, occhi nocciola incastonati in un viso regolare incorniciato da una foltissima chioma bionda raccolta in una coda alta. E’ il fenomeno David Garrett che torna in Italia e per la prima volta sale sul palcoscenico dell’Auditorium Rai di Torino anticipato dalla quasi-leggenda che lo avvolge. L’interprete del “Violinista del Diavolo” (nel video qui sotto un brano dal film), un teutonico trentaquattrenne perfettamente calibrato, regala sorrisi, twitta e posta video su facebook. Non disdegna autografi, selfie, foto ricordo. Passa dalla musica classica al rock trascinandosi estimatori di ogni eta’, sesso ed estrazione sociale . Ma a un tocco della sua bacchetta magica si cala nei panni (camicia di denim e jeans con stivaloni stile militare) del violinista ex bambino prodigio, sensibile interprete di un ricco repertorio classico.

Ne da’ ampia prova con il concerto in re maggiore op. 77 per violino ed orchestra di Johannes Brahms. «La mia cerca di essere un’ interpretazione il piu’ vicina possibile allo spirito con cui l’autore scrisse il pezzo» assicura. Qui il concertista sa di dover dividere la fama con un altro genio. Compositore lui stesso (le musiche del film su Paganini sono le sue), Garrett ha un vibrato profondo, magnetico, trasmette la sua passione per la musica, si sposta sul palcoscenico. Volto concentrato, mai teso, quasi sempre sorridente, comunica, coinvolge orchestra e pubblico.

Musica non per pochi eletti ma per tutti anche se non tutti la capiscono fino in fondo. «Amo il mio mestiere - racconta subito dopo le prove - mi sveglio ogni mattina entusiasta per cio’ che faccio».

Non gli pesano jet lag, studio quotidiano di tre-quattro ore, prove, interviste, incontri con il pubblico. A dieci anni debutta con la Hamburger Philharmoniker; a tredici è l’artista più giovane a firmare un contratto in esclusiva con la Deutsche Grammophon. Poi studi a New York presso la Juilliard School e nel 2003 primo premio per il concorso di composizione con una fuga in stile bachiano: e’ poco piu’ che un adolescente ma crescendo inizia la sua trasformazione. E’ il piu’ veloce violinista al mondo per aver suonato “Il Volo del calabrone” in 1 minuto 6 secondi e 56 centesimi, ovvero 13 note al secondo. Intanto crescono i riconoscimenti da parte di colossi indiscussi come Isaac Stern, Yehudi Menuhin e Ida Haendell .

David e’ figlio del suo tempo. Ascolta musica moderna, Michael Jackson e i Coldplay. Nel 2007 pubblica Virtuoso, un album di brani classici e moderni. Incide la Paganini Rhapsody sul XXIV Capriccio di Paganini poi passa a Nothing else Matters dei Metallica e iniziano i tour internazionali. I social si accorgono di lui. I talk show lo invitano. Sempre affabile, parla un inglese quasi madrelingua ereditato dalla madre americana. Ad ogni concerto e’ un tam tam: migliaia di commenti, “mi piace”,tweet. Garrett riempe le sale.

Gli “show”, cosi’ li chiama lui, di Torino il 5 e il 6 marzo sono stati venduti in pochi giorni. Stessa cosa al San Carlo di Napoli tra qualche giorno dove ritorna acclamato dai fan partenopei a cui ha regalato una sua interpretazione di Funicoli’ Funicola’ . Sembrerebbe scontato predire quale sara’ il futuro di David Garrett almeno per i prossimi vent’anni. Al presente coglie i frutti di un lungo cammino iniziato trent’anni fa quando qualcuno gli regalo’ un violino. Chi vuole puo’ sintonizzarsi stasera alle ore 20.30 su Radio 3 per la diretta del concerto.

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